Mi piace pensare che la vita di una persona sia formata da più grandi periodi, ora sto vivendo il quarto, quello di mezzo, della maturità, in cui non si è più giovani incoscienti ma neanche vecchi scontenti (di non aver fatto abbastanza), quello delle montagne russe.

Il primo periodo l’ho passato in un apparente torpore, ad aspettare non si sa cosa, come se qualcuno dovesse dirmi sempre cosa fare. Sono stata una pessima studentessa, di quelle che potevano brillare ma che si rifiutavano categoricamente di studiare tutto ciò che veniva imposto o dato per scontato, di imparare le lingue, di usare il cervello e mostrare di avere una testa fuori dal comune, perché se stai nel gregge non vuoi che si veda una qualsiasi forma di diversità. Ero DSA e non lo sapevo.

A 4 anni per avere per un giorno a casa una fascia tricolore dovevi essere a scuola impeccabile... come può essere impeccabile un bambino a 4 anni? Forse deve far attenzione anche a come respira. La vinsi una volta sola, il mio spirito critico mi impediva di essere impeccabile contro natura

A 4 anni per avere, per un giorno a casa, una fascia tricolore, dovevi essere impeccabile a scuola… era un asilo gestito dalle suore. Come può essere impeccabile un bambino a 4 anni? Forse deve far attenzione anche a come respira. La vinsi una volta sola, il mio spirito critico mi impediva di essere assertiva contro natura

Ho ricordi bruttissimi della scuola, soprattutto di quella materna, la mia prima crisi da stress grafico la devo ad una pagina di E corsive maiuscole al centro del quaderno. Una E era così terribile per me in quel punto del foglio che a forza di cancellarla per rifarla bucai il foglio. Ero terrorizzata, non era ammesso dalla suora avere quaderni bucati e qualunque soluzione per rimediare era evidente, rifare tutto il quaderno per il giorno successivo era impossibile. Quel segno grafico per me era solo uno svirgolo, non aveva alcun senso fonetico o grafico all’interno di una parola…. esercizi avanzati di pre scrittura. Mia madre si impose sull’insegnante e le vietò di tormentarmi ma la classe andava avanti, la suora semplicemente mi snobbava e faceva uscire dall’aula ed io giravo a 5 anni da sola in un immenso giardino, convinta di essere un’idiota e che fosse accettabile tirarsi indietro ogni volta che si presentasse qualcosa di troppo difficile da risolvere da sola.

Ne ho viste di cose brutte in quella scuola, di come si possa fisicamente e mentalmente far del male ai bambini e di queste sensazioni di ingiustizia ho fatto tesoro.

maiuscole, punteggiatura, doppie, vocali, senso delle parole... i disortografici vivono un mondo tutto loro

maiuscole, punteggiatura, doppie, vocali, senso delle parole… i disortografici vivono un mondo tutto loro

Ho capito cosa avevo perso durante gli anni di scuola dopo l’esame di maturità… tutto quel meraviglioso tempo in cui avrei potuto studiare di tutto lo avevo perso per sempre e lo avevo sprecato a cercare di passare inosservata. Passare inosservati, farsi piccoli piccoli e silenziosi in un angolo è una delle tecniche dei ragazzi DSA per sopravvivere nel mondo della scuola. D’altra parte non era l’era internet e dei materiali super comodi e pratici, mi sforzavo e non memorizzavo, passavo tutti i pomeriggi a studiare, la mia scrittura sgraziata e così povera e scarna di contenuti non mi rendeva certo fiera, e poi ero sempre stanca e bisognosa di pause e vedere voti nella media non faceva aumentare la mia autostima… non potevo sentirmi “giusta” e sembrava più saggio nascondersi invece che lamentarsi e chiedere aiuto.

Poi, stufa della vita tutta uguale, mi sono iscritta ad un campo estivo antincendio nelle Marche e lì ho incontrato mio marito

Gita durante il campo antincendio wwf 1990

Gita durante il campo antincendio wwf 1990. Io sono quella stramba con la maglietta colorata e Cristian ha la maglietta gialla.

Il secondo periodo comincia con noi due, giovanissima coppia, che intuito quante cose si possono fare nel mondo desideriamo sperimentarle tutte e cominciamo con l’andarcene di casa. Mi sono messa a studiare e ad osservare una marea di cose nuove, l’ho fatto per me, per il piacere di conoscere e non perché lo dicesse la scuola, la famiglia o la società…come cambia la prospettiva in questi casi, così ricordavo! Ho sviluppato tutta una serie di capacità creative, artigianali ed artistiche che non solo mi hanno aiutato a compensare alla grande le mie difficoltà di disgrafia e disortografia, ma che mi hanno aperto il mondo della comunicazione, del contatto con la gente… quindi

Ancona 1997 preparazione del Palio di Offagna

Ancona 1997 preparazione del Palio di Offagna

ho lavorato come decoratrice su carta, legno, tessuto, muro, come miniatrice ed amanuense in numerose rievocazioni storiche,

Belgioioso 1999. Preparazione dei colori con la tecnica medievale

Belgioioso 1999. Preparazione dei colori con la tecnica medievale

ho partecipato per anni a spettacoli di lavorazione artigianale dal vivo conoscendo, raccontando e mostrando la maggior parte dei materiali e le loro tecniche di lavorazione, ho partecipato attivamente a progetti di trasformazione di materiali di scarto-riciclaggio in creazioni artistiche e artigianali, 

Sana (1998?) progetto T.inA. Sono la ragazza con la coda di cavallo e la maglietta bianca

Sana (1998?) progetto T.inA. Sono la ragazza con la coda di cavallo e la maglietta bianca

organizzando corsi, eventi, progetti e manifestazioni in piazza, fiera e scuola per bambini, adulti ed insegnanti.

Rimini (1998?) Ricicla. Progetto T.inA. Quante cose si possono creare con uno scarto di marmo a forma di luna? Sono la ragazza sullo sfondo con la maglietta nera che propone e raccoglie idee con una classe in visita alla fiera

Rimini (1998?) Ricicla. Progetto T.inA. Quante cose si possono creare con uno scarto di marmo a forma di luna? Sono la ragazza sullo sfondo con la maglietta nera che propone e raccoglie idee con una classe in visita alla fiera

Mentre eravamo sul più bello del periodo creativo…PUFF! non ce lo aspettavamo!

Il terzo periodo comincia diventando genitori.

Jonathan insegna a Francesca a mangiare

Jonathan insegna a Francesca a mangiare. 2002

Mio marito ed io abbiamo capito subito che non era possibile continuare singolarmente il lavoro artigianale dovendosi prendere cura 24hsu24 di un bimbo ad altissima richiesta, sensazione confermata quando sono diventati 2 ad altissima richiesta. Ci siamo fermati e mentre Cristian si specializzava nel settore informatico, altra nostra grande passione, io lo facevo nel settore maternità diventato consulente per l’allattamento aderendo ad un circuito internazionale molto conosciuto e ricoprendo vari ruoli nella formazione e gestione delle attività delle colleghe per una decina di anni. Grazie a questo periodo ho migliorato ancora di più la mia capacità innata di ascolto, di osservazione (senza giudizio) di una infinità di dettagli che mi hanno permesso di aiutare, sostenere e creare soluzioni personalizzate prima per genitori e neonati e poi per genitori con bambini piccoli.

Nel frattempo abbiamo capito quasi subito che entrambi i nostri figli erano DIS, ognuno unico e modo suo, così mi sono messa a studiare, studiare, studiare e poi creare, creare, creare sistemi compensativi tridimensionali, attraenti, stimolanti ed efficaci, volutamente di durata limitata (meno tempo un sistema risulta necessario e più è stato utile per compensare una difficoltà) in modo che Jonathan e Jillian potessero avere da subito le stesse opportunità dei coetanei, specialmente Jonathan che nei primi anni di vita era bloccato anche nei movimenti. I risultati sono stati tantissimi e meravigliosi. Seguendo i miei figli mi sono ritrovata a seguire anche quelli degli altri e a stupirmi quando i genitori di questi bambini e ragazzi mi facevano notare di non avere le mie stesse innate capacità. Questo è stato il motivo per cui ho cominciato a realizzare soluzioni per insegnare e mostrare ai genitori o agli educatori-baby sitter come sostenere, incoraggiare e spronare i bambini. Ho creato Toc Toc DISturbo nel 2009 anche se, a forza di traslochi, ci ho scritto dal 2010

Poi si sono verificati a catena una serie di sfortunati eventi che hanno messo a durissima prova lo spirito e la forza di tutta la famiglia. Come una fenice, allo stremo delle forze, ho preso fuoco… e sono risorta dalle mie ceneri, più volte: Una nuova forte e caparbia Francesca pronta ad affrontare il quarto periodo di alti e bassi, portandosi dietro un bagaglio con una quantità di esperienze così grande che la maggior parte della gente non riuscirebbe a vivere in 3 vite.

La nostra famiglia porta sempre il casco quando va in bici perché è il cervello che ci rende speciali, e va protetto

La nostra famiglia porta sempre il casco quando va in bici perché è il cervello che ci rende speciali, e va protetto