Non voglio soffermarmi su quanto violente possano essere le emozioni di un DIS, quanto grande sia la frustrazione quando vuole fare qualcosa e deve impiegare tanto tempo e tanta forza per riuscirci, con un risultato differente dall’aspettativa.

Vorrei dare spazio ad un aspetto più grave: le emozioni violente di chi vive vicino ad un DIS.

I DIS possono maturare molto lentamente riguardo al sentire, gestire ed esprimere le emozioni. Possono “calpestarvi” senza rendersene conto, così come calpestano tutte le cose che vi sono scivolate a terra; se sono a terra ormai fanno parte del pavimento. I DIS possono rimanere impassibili davanti ad un grande dolore e non essere capaci di dimostrare comprensione ed affetto  ad una persone che piange e si dispera… fino a quando qualcosa non stimola il loro sentimento e tutto ad un tratto, anche a distanza di mesi, cominciano a star male per quella persona perchè hanno finalmente capito nel cuore e diventano di una grande sensibilità chiedendo attenzione ogni volta che qualcosa non va. Solo il tempo li aiuta a riflettere, fare pratica e provare a mettersi nei panni dell’altro e capire i suoi sentimenti nel momento che accadono. I DIS si chiudono nel silenzio o si esprimono in maniera così plateale da attirare più attenzione possibile. I DIS “non sentono”, perchè non sanno come fare o sono spaventati di sentirsi così coinvolti, o “sentono troppo” forte, intensamente, vedono nero quando è grigio, rosso quando è rosa. Vi sembrerà, e probabilmente lo sarà, che vostro figlio sia emotivamente 3-4-5 anni indietro rispetto ai coetanei ma anche 5-10-20 anni più saggio dei suoi coetanei.

Vostro figlio si lamenterà molto spesso, troppo spesso, la sua autostima sarà molto in alto costringendovi a frenarlo quando rischierà di mettersi nei guai o prendere delusioni troppo grandi, per poi andare sotto i piedi per una sciocchezza, costringendovi a tirarlo su in tutti i modi. Vi è mai capitato di organizzare un weekend o una festa di compleanno perfetta facendo i salti mortali per offrire divertimenti eccezionali e dopo aver sentito vostro figlio dire “questo è il più bel giorno della mia vita” subito dopo accadesse qualcosa di banale che non seguiva i suoi piani e lui dire “è una tragedia! questo è il più brutto giorno della mia vita!”? Tutto questo pesa come un macigno. Porterete pazienza, tanta pazienza, e sarete sempre lì ad aiutarlo a sollevarsi, ma sarete anche lì a pretendere che si sollevi da solo, e visto che per alcuni ragazzini stare a terra significa letteralmente buttarsi a terra per lagnarsi, è possibile che fisicamente lo trascinerete e solleverete per reagire e darsi un contegno. A scuola sa di non poter fare queste cose, verrebbe deriso e punito, ma è ancora un suo bisogno e così si permetterà di farle con voi che potete sopportare. Fino a 20-30 kg potrete riuscire a tirarlo su ma quando peserà di più vi renderete presto conto che deve tirarsi su da solo, voi non ce la farete più a sostenere un corpo che volutamente si penzola verso il basso con tutte le sue energie, non vi reggerà la schiena. Non c’è una disciplina (autoritaria, severa, dolce) che lo farà reagire nei vostri tempi; avrà bisogno di comprensione, pazienza, stimolo e tempo per riflettere e forse voi non avrete tutto questo tempo da offrirgli, forse non avrete la possibilità di sedervi per terra e raccontare, ascoltare e far tornare tutto sereno e facile. Quando non si ha tempo, quando si è preoccupati per altre cose, quando ci si sente giudicati, si tende a comandare per ottenere il prima possibile quello di cui abbiamo bisogno. Sentirete che monta in voi una specie di ansia e che poi questa si trasforma in rabbia perchè sentirete di stare sprecando tantissimo tempo senza ottenere nulla, vi sentirete impotenti e a disagio.

Vi verrà la tentazione di strattonare, schiaffeggiare, sculacciare, aggredire con urla e strepiti… non fatelo! Vi verrà la tentazione di affidarvi all'”esperto di turno” che tramite libri, blog e trasmissioni televisive cercherà di mettervi in testa che solo con una rigida disciplina ritroverete la serenità… non fatelo! Vi verrà la tentazione di promettere premi e minacciare punizioni… non fatelo! Vi verrà la tentazione di sentirvi nel giusto e giustificare ogni azione sgradevole perchè provocati… non fatelo!

Voi non siete le vittime delle azioni dei vostri figli, siete schiavi dell’incapacità di gestire le forti emozioni e comprendere i vostri bisogni.

*Prendetevi qualche istante per staccarvi dal problema e guardarlo da fuori, respirate, raccogliete le energie e poi mantenete la calma cercando di ascoltare cosa manca a vostro figlio, l’ascolto attivo è un abbraccio amorevole.

*Domandatevi “E’ veramente così grave?” potrebbe venirvi da ridere ridimensionando tutto l’accaduto.

*Fate un giro sul sito Non togliermi il sorriso e riflettete.

*Frequentate un seminario di CNV e leggete i libri di Marshall Rosemberg (informazioni per l’Italia sul sito del Centro Esserci Edizioni) per imparare a comprendere i vostri bisogni e quelli di vostro figlio, per imparare a comunicare in maniera efficace e rispettosa.

*Se vi scappa facilmente la mano mettete per iscritto un contratto in cui vi impegnate a non alzare più le mani su vostro figlio. Mettete la data, la firma, leggetelo insieme a vostro figlio e lasciatelo in vista. Il fatto di mettere per iscritto questa cosa vi fermerà nei momenti in cui state per esplodere e avete già cominciato il gesto di alzare la mano.

*Se vi scappano facilmente gli urli lavorate un pò su voi stessi e sul perché usate questo sistema per sfogarvi. Se perdete spesso la pazienza fareste bene a rivolgervi ad un terapeuta che vi accompagni nella scoperta di voi stessi. Cercate altri sistemi per sfogarvi in cui vostro figlio non venga coinvolto. A nessuno piace essere aggredito. Se urlate sempre vostro figlio crescendo alzerà sempre più la voce per attirare l’attenzione o ottenere rispetto.

*Non fate a vostro figlio quello che non vorreste fosse fatto a voi. Leggete il libro Crescere i bambini con la CNV

*Con il vostro esempio vostro figlio da grande sarà una persona in gamba. Leggete questo libro I bambini imparano quello che vivono di Dorothy Law Nolte  ispirato alla sua omonima poesia.
Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare
Se i bambini vivono con l’ostilità, imparano a combattere
Se i bambini vivono con la paura, imparano a essere apprensivi
Se i bambini vivono con la pietà, imparano a commiserarsi
Se i bambini vivono con il ridicolo, imparano a essere timidi
Se i bambini vivono con la gelosia, imparano a provare invidia
Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli
Se i bambini vivono con l’incoraggiamento, imparano a essere sicuri di sé
Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano a essere pazienti
Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare
Se i bambini vivono con l’accettazione, imparano ad amare
Se i bambini vivono con l’approvazione, imparano a piacersi
Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano che è bene avere un obiettivo
Se i bambini vivono con la condivisione, imparano a essere generosi
Se i bambini vivono con l’onestà, imparano a essere sinceri
Se i bambini vivono con la correttezza, imparano cos’è la giustizia
Se i bambini vivono con la gentilezza e la considerazione, imparano il rispetto
Se i bambini vivono con la sicurezza, imparano ad avere fiducia in se stessi e nel prossimo
Se i bambini vivono con la benevolenza, imparano che il mondo è un bel posto in cui vivere

*Se non riuscite a calmarvi allontanatevi e sfogatevi su un cuscino

*Non vergognatevi di provare emozioni negative e violente: lo stress, l’inadeguatezza, l’impossibilità di soddisfare tutti i bisogni giustificano pienamente questi sentimenti contrastanti. Essere coscienti di star provando emozioni negative vi aiuterà a far luce nel vostro cuore e ad esprimere quanto volete bene a vostro figlio… se non ve ne importasse nulla non vi arrabbiereste così tanto.

*Parlate con altri genitori, ogni famiglia trova le sue strategie per sopportare lo stress.

  • Se c’è un centro nella vostra zona valutate di portare tutta la famiglia in terapia. La terapia famigliare, se svolta con accuratezza, non crea vinti ne vincitori ma da voce a tutti e sostiene nel chiarimento delle incomprensioni