Il Mal di scuola è quella serie di sintomi più o meno invalidanti, più o meno gravi, che rendono lo stare negli ambienti della propria scuola deleterio per la salute o impossibile.

Situazioni di disagio continue  come non essere accettati dagli insegnanti, esclusi o presi in giro dalla classe, messi da parte nei lavori di gruppo, presi ad esempio come incompetenti ed ignoranti, dover subire piccole e grandi ingiustizie, prendersi le colpe degli altri, non essere ascoltati (neanche quando stai chiedendo aiuto per gesti subiti di fastidio, sfottimento e bullismo), subire sfuriate di ogni tipo portano ad attacchi di mal di scuola che si manifestano con disturbi psicosomatici come cefalee violente, crampi addominali, diarrea, vomito, alterazione della temperatura, raffreddori, mal di gola, tremori, vertigini, attacchi di panico, tristezza, depressione, anoressia e bulimia ecc. ecc. Il fatto che sia la psiche a provocarli non significa che non siano meno dolorosi e fastidiosi di quelli provocati da un’influenza o una malattia. Lo stress distrugge le risorse di vitamine, e ne impedisce l’assorbimento, così poi i disturbi vengono provocati da carenze.

Le sensazioni provate da chi ha il mal di scuola sono simili a quelle che gli adulti provano in caso di mobbing.

Non si è incapaci a lavorare ma a farlo in un ambiente ostile. Non si è incapaci ad andare a scuola ma a stare in un ambiente che non funziona e angoscia per tante ore per 5-6 giorni la settimana per 9 mesi circondati da persone che non ti vorrebbero lì o che non credono in te e nelle tue capacità.

Se stare a casa può sembrare un toccasana bisogna comunque tenere conto di tre effetti collaterali

  1. assentarsi spesso da scuola non aiuta ad integrarsi e rende ancora più sgradevole l’atteggiamento di insegnanti e compagni
  2. si rimane indietro e non è detto che si riesca a ricostruire tutte le informazioni per portarsi a paro con i compiti e lo studio, questo porta a nuove sgridate e malumore
  3. non si possono fare più di tante assenze nel corso dell’anno scolastico e la discontinuità di presenza e costanza nello studio può abbassare i voti… ci mancherebbe solo che le troppe assenze facciano perdere l’anno scolastico. Fino a 16 anni i ragazzi per legge devono studiare, se non a scuola a casa…

Se avete un figlio che non riesce a trovare la forza di tornare a scuola pensate al da farsi per migliorare la sua situazione

  1. tentate un colloquio chiarificatore con il dirigente e l’insegnante referente, successivamente con ogni insegnante in cui vostro figlio non va bene per vedere nella pratica come aiutarlo a migliorare i voti, non sentirsi sotto pressione, integrarsi nella classe, non avere paura del giudizio dell’insegnante
  2. cambiate scuola! i ragazzi non vogliono farlo, temono di finire dalla padella nella brace, si auto convincono che in fondo è colpa loro ma se il luogo dove vivete offre la possibilità di scegliere altre scuole ragionateci su… studiare è piacere non può trasformarsi in tortura
  3. se ne siete in grado o avete le persone giuste che vi possono sostenere nella scelta valutate l’homeschooling. Non trasformate però questa scelta di studio in un sistema per tenere isolati i ragazzi, se sono timidi e riservati andranno comunque aiutati a socializzare con i coetanei e spinti a frequentare situazioni aggregative tanto quanto è la loro vera natura

Se avete uno studente che non vuole tornare a scuola trovate il sistema di poterci parlare a lungo… ascoltate, tanto, cercate di capire, verificate di aver capito bene, fate domande e discutetene e poi provate a trovare soluzioni per rendergli il ritorno facile e la permanenza ragionevole.

Per i DIS l’abbandono scolastico è più legato al senso di disagio che si prova andando a scuola che alla incapacità di apprendere.