venerdì 7 dicembre 2012
A volte le situazioni portano a scrivere un nuovo articolo… ed io purtroppo in questo periodo di grande insoffererenza faccio una grande fatica a non dare voce a queste cose.
E’ periodo di PDP nelle scuole. Gli insegnanti si irrigidiscono, già temendo reazioni, e i genitori si dividono in quelli che firmerebbero qualsiasi cosa e quelli che iniziano estenuanti battaglie su parole e virgole, su proposte ecc. ecc., battaglie che non fanno altro che danneggiare ancora di più il rapporto e la collaborazione scuola-casa ( e diciamoci la verità che chi ci va veramente di mezzo sono sempre i ragazzi!). Internet ed i social network sono già colmi di lamenti e proteste.
Sta di fatto che molti ragazzi DSA, senza che le visite neuropsichiatriche ne abbiano fatto menzione, risultano agli occhi degli insegnanti oppositivi e AD o ADHD (cioè con deficit dell’attenzione o combinato con iperattività).
Sul PDP c’è scritto quello che gli insegnanti hanno notato e pensano… non quello che è stato diagnosticato… e noi genitori firmiamo che prendiamo atto che gli insegnanti pensano una cosa che potrebbe non essere vera… è colossale questa situazione.
Quante etichette vogliamo mettere ai ragazzi invece di concentrarci sulla didattica e sullo studio?
Avete idea di quanti contatti ho avuto nell’ultimo anno di genitori spaventati che si chiedevano se l’atteggiamento dei propri figli era AD o ADHD? e oltre a tutto questa ipotesi spesso arrivava dalla scuola o da educatori o operatori sanitari di tutt’altro ramo, la confusione nella testa dei genitori diventava grande, perchè se uno ti dice una cosa parti dal presupposto che chi te l’ha detta sappia cosa sta dicendo, poni in lui fiducia.
Ci vuole un neuropsichiatra per accertare questa ipotesi.
Genitori svegliatevi!!! sapete di cosa stiamo parlando? Cominciate a cercare info, vi propongo di cominciare a guardare Wikipedia. Bene e ora cominciamo a smontare questo falso mito che chi è disattento o non si impegna in alcune materie ha un deficit dell’attenzione, e chi è irrequieto o soffre di maldimare e noia è iperattivo. L’ADHD è un danno ricevuto e non un modo di esprimersi, è presente 24 ore su 24 e compromette la salute di chi lo ha e non di chi gli sta affianco 😀 la definizione non va appioppata a destra e manca come una moda o una scusa per non aver trovato soluzioni alla noia e al disinteresse degli studenti DIS.
Gianburrasca o Emil e Pippi Calzelunghe erano ADHD? Certo non facevano quello che gli si chiedeva di fare… Affascinanti questi monelli dei libri che altro non erano che un concentrato delle più grosse biricchinate dei fanciulli del secolo scorso. Se ad un insegnante capitava uno così a scuola non sapeva più dove sbattere la testa, ma lo portava avanti come tutti gli altri. Ora un tipo così a scuola fa paura.
Partiamo dall’idea che alcuni DSA sono troppo intelligenti e che trovino insopportabile stare seduti al banco ad annoiarsi su un libro che non possono leggere, che non comprendono o che a tutti gli effetti trovano noioso solo perchè parla di cose che in quel momento non trovano interessanti. Una persona che si annoia e sta ferma per ore tutti i giorni secondo me ha qualcosa che non va e non viceversa.
E’ malato chi con il proprio atteggiamento, volontario o involontario, arreca danno alla sua persona da compromettere il suo stato di salute e le sue funzioni vitali. Se l’atteggiamento arreca danno agli altri bisogna capire che tipo di atteggiamento e che danno provoca.
Facciamo conto che io sia una bambina che si annoia in classe. Se mi lascio andare al mondo dei sogni ad occhi aperti, e quindi risulto passiva, non seguo l’insegnante, se mi lascio andare ad atteggiamenti di protesta, perchè non posso fare quello che voglio, e questi creano confusione in classe, anche in questo caso non seguo l’insegnante… e disturbo anche i compagni. Sono malata o sono soltanto una grande rompiballe? Se in classe si fa qualcosa che mi piace, e su questo mi concentro perchè mi sto divertendo, sono o non sono malata? ho un deficit o semplicemente ho trovato il mio modo di seguire la lezione?
Quindi attenzione… se c’è un deficit dell’attenzione non c’è MAI la capacità di poter seguire un discorso e concentrarsi, anche al di fuori della scuola 🙂 Non esiste alcun argomento che faccia leva sull’interesse. Se c’è una sindrome di iperattività non c’è MAI un attimo di quiete ed interesse, anche nelle situazioni più piacevoli.
Stare in fila, aspettare per ore il proprio turno, ascoltare cose noiose, fare lavori ripetitivi, dire sempre sì, collaborare ad ogni costo, subire in silenzio le piccole ingiustizie, stare fermo seduto a tavola ad ascoltare le chiacchiere degli adulti, preferire i compiti al gioco, preferire parlare di problemi invece che sognare ad occhi aperti, ascoltare le sgridate… sono tutte situazioni spiacevoli.
Se un ragazzino sta protestando con un atteggiamento oppositivo, se smette di ascoltare, se si rifiuta di impegnarsi… non serve a nulla etichettarlo creando delle comorbilità ai DSA, serve un dialogo che lo aiuti ad esprimere il suo disagio. Se un ragazzino si trova male a scuola darà dei segnali e ne parlerà solo se dall’altra parte c’è qualcuno che lo vuole veramente ascoltare e non qualcuno che vuol imporre la sua ragione. Se un ragazzino si trova male a casa o se considera il mondo che ha attorno “brutto e triste” darà anche qui dei segnali di sofferenza ed insofferenza. E’ inutile che gli adulti si lagnino delle sue incapacità a sopportare… stiamo parlando di ragazzini e non di giovani adulti che devono timbrare il cartellino in fabbrica.
Gli adulti affrontano quotidianamente situazioni spiacevoli, senza lagnarsi troppo, solo perchè non possono farne a meno o non hanno trovato soluzioni alternative, e l’educazione e maturità acquisita negli anni gli impedisce di essere maleducati.
Alzi la mano chi trova piacevole una delle seguenti cose:
- fare una fila di ore in un ufficio pubblico
- essere trattato sbrigativamente e senza empatia dal proprio medico
- ricevere continue manifestazioni di disistima e mancanza di rispetto nel proprio ambiente di lavoro
- prendersi la colpa del capo e dei colleghi
- vedere rifiutare le proprie idee all’interno della comunità
- essere trattato da falso e bugiardo perchè si riferiscono cose scomode
- stare in un ascensore o in un autobus affollato
- aspettare molto per ottenere la disattenzione di una commessa in un negozio (comunque non ti vuole servire)
- leggere libri interi di argomenti che non interessano
- imparare a memoria una moltitudine di informazioni che al momento non sono utili
- eseguire lavori in un team non funzionante o oppositivo o squalificante
- ascoltare per ore un concerto di un genere musicale che fa venire il latte alle ginocchia (per me è la musica dodecafonica, per un amante della musica classica potrebbe essere ascoltare un concerto heavy metal)
- ascoltare pazientemente le lamentele del petulante di turno senza poterlo mandare a quel paese
- fare le cose ad una velocità maggiore di quella che si è in grado di dare
- fare molte cose contemporaneamente senza poter essersi organizzati in anticipo
- essere continuamente giudicato per le proprie capacità ed impegno…
Wikipedia dice “La predominanza di sintomi di distrazione/disattenzione può includere:”
“l’essere facilmente distratti, perdere i dettagli, dimenticare le cose, e spesso passare da un’attività all’altra” quali esperienze di vita pratica il ragazzino ha potuto fare per maturare la sua attenzione in un ambiente che ritiene ostile? Quali giochi e sport ha praticato per migliorare le sue prestazioni fisiche e logiche?
“l’avere difficoltà a concentrarsi su una cosa” in che situazione ambientale ed emotiva è il ragazzino? è in difficoltà in generale?
“L’essere annoiato con un compito, dopo pochi minuti, a meno che si stia facendo qualcosa di divertente” Questa frase è già un programma 🙂 se quando un bambino si diverte presta attenzione come si può chiamare malattia il suo disagio perchè spesso si annoia e si rinchiude nel suo mondo?
“l’avere difficoltà a focalizzare l’attenzione sull’organizzazione e completamento di un compito o nell’imparare qualcosa di nuovo” gli è stato spiegato a cosa serve il compito? E’ a lui utile in quel momento? L’apprendimento è attivo, semiattivo o passivo?
“l’avere difficoltà a completare o svolgere compiti a casa, spesso perdendo le cose (per esempio, matite, giocattoli, compiti) necessarie per completare le attività” non è che ha di meglio da fare?
“non sembra ascoltare quando gli si parla” sta ascoltando cose piacevoli? a lui utili? gli si sta parlando con gentilezza e con un modo e tono appropriato alla sua intelligenza ed età?
“sognare ad occhi aperti, facilmente andare in confusione e muoversi lentamente” il mondo parallelo è un luogo magico, sereno, piacevole, che tutti i DIS hanno e che viene utilizzato ogni qualvolta è necessario rilassarsi e l’ambiente circostante non è adeguato.
“l’avere difficoltà di elaborazione delle informazioni con la stessa rapidità e precisione degli altri
difficoltà a seguire le istruzioni.” Siamo o non siamo tutti diversi? quale sarebbe la velocità media? quale la velocità minima? quale la velocità inaccettabile? Se si è lenti si è malati?
Se alla disattenzione si unisce l’iperattività (ADHD) può anche capitarvi di sentirvi consigliare delle “cure”
E’ fondamentale non cascare nella tentazione di catalogare i ragazzini che non rispettano le regole, che scioperano, che parlano troppo o semplicemente con l’argento vivo addosso in situazioni, sindromi, malattie che non hanno. Anche quando c’è stato effettivamente un danno che potrebbe giustificare una iperattività (ad esempio danno da vaccino) non è detto che un ragazzino abbia bisogno di una cura farmacologica ma che possa riacquistare un suo equilibrio con altri sistemi.
Diversi DIS non possono stare fermi perchè soffrono di maldimare… non c’è bisogno di sedarli o eccitarli, basta farli muovere.
Ci sono diverse associazioni e movimenti che si battono contro l’utilizzo di farmaci per “calmare” i bambini, visto che non si deve curare chi non sta male e non va curato con medicinali pericolosi per la sua salute. Non voglio prendere posizione di alcun tipo ma quando ci si informa si deve guardare ovunque e usare lo spirito critico, prendere quello che va bene e lasciare il resto. Chi più chi meno dice cose intelligenti e a volte cose veramente fuori luogo dimostrando a sua volta di non essersi informato abbastanza. Ovviamente conosco la difficoltà di lettura, scrittura, gestione dello spazio ecc. ecc. e non sopporto chi, con la paura che venga medicalizzata tutta la situazione, dice semplicemente che queste cose non esistono. Curare chi non è malato e non ascoltare o negare un problema a chi lo ha sono due modi opposti di lavarsene le mani o speculare sulle difficoltà altrui. Che i bambini non ci vadano mai di mezzo! Eviterò quindi di fare un elenco di pagine amiche e non in base a quello che dicono e quanto sono in sintonia con loro sui DSA, vi segnalo solo alcune cose da leggere e vedere per porsi domande su quanto sia pericoloso pensare che bisogna “curare”.
Cominciamo dal bugiardino di uno dei farmaci che provano a consigliare ai genitori, il Ritalin… leggetelo tutto e rabbrividite, immaginatevi cosa significherebbe dare con leggerezza questo prodotto ad un bambino che non è veramente ADHD… ma pensate anche a cosa comporta darlo ad uno che è ADHD!
Potete trovare informazioni contro l’uso di farmaci ad esempio nel gruppo Giù le mani dai bambini, nel cui sito ho molto apprezzato il fumetto di Rocco Lombardo “Ritalino”
Un altro gruppo Pensare oltre ha in homepage delle immagini che danno veramente da pensare, come quella del bambino che svuota il cuscino lanciando piume ovunque e l’incoraggiante frase “e se fosse un futuro ricercatore”.
E infine questo video (esagerato? sicuramente ci sprona ad usare la testa…) della compagnia Saverio Tommasi
Riassumiamo.
Un atteggiamento oppositivo a scuola o a casa, un’apparente difficoltà a concentrasri e il bisogno di muoversi possono significare molte cose… ponetevi delle domande sui bisogni dei ragazzi prima di cercare un facile colpevole a tutti i costi.
Non è deficit dell’attenzione se la situazione va e viene, se per alcune cose c’è attenzione e per altre no… al massimo non c’è ancora la “maturità” di adattarsi a tutte le richieste degli adulti.
Il deficit d’attenzione e di iperattività non può essere diagnosticato senza una prolungata ed attenta osservazione di un soggetto e senza conoscere la sua vita (la sua salute) e la sua storia. La diagnosi deve essere stilata da un neuropsichiatra dopo la somministrazione di test appositi.
Le malattie si curano con le medicine mentre le situazioni si affrontano e si risolvono, ogni difficoltà può essere affrontata a scuola e a casa con molte strategie.
Se hanno detto che tuo figlio ha un deficit dell’attenzione chiedigli se si annoia a scuola…
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