Domenica 18 Marzo 2012

Al parco, mentre i bambini giocano

“Qual’è tuo figlio?”

“Quello seduto sulla panchina”

“Quale panchina?”

“Quella lì…”

“….”

Mio figlio seduto sulla panchina

Mio figlio seduto sulla panchina

Avete osservato bene? Vi siete presi il tempo per osservare la panchina molto bene?

Di solito la gente comune questo tempo non se lo prende e cambia discorso imbarazzata.

Mio figlio “Cespuglio”, è il soprannome che gli hanno dato a scuola ( buon segno se gli hanno dato un soprannome), esiste proprio grazie al fatto che ostinatamente non vuol tagliare la zazzera alla Branduardi che limita la sua e l’altrui vista. Senza zazzera sarebbe completamente invisibile, o meglio ignorabile.

I genitori dei DIS, in particolare i disprassici, vadano a prendere le vecchie foto della scuola materna. Dov’è seduto vostro figlio? Li vedete quei cm, a volte anche 50 o 100, che lo separano dal corpo del compagno vicino? E se il fotografo li ha costretti a stare tutti seduti ben vicini lo vedete che lo sguardo va in una direzione diversa rispetto al resto della classe? Fanno la foto solo perchè costretti, non c’è alcuna gioia di stare lì con gli altri perchè gli altri non li vedono.

Volete il colpo di grazia? Non andrà meglio alle elementari, nè alle medie e neanche al liceo. Sono soli, non sanno come fare e mantenere un’amicizia, non sanno proprio come muovere l’anima e le parole. Aspettano che i compagni facciano tutto loro… ed i compagni presto imparano ad ignorarli considerandoli non capaci di giocare insieme. Con il passare degli anni quello che sembrava un atteggiamento infantile diventa un’imbarazzante asocialità.

A scuola dicono che sono ragazzi timidi, riservati, che preferiscono il rapporto a due, cercando quello con il corpo insegnanti piuttosto che con i coetanei. Propongono ai genitori di farli stare di più con altri ragazzi, fargli fare sport, iscriverli agli scout, mandarli a casa dei loro amici…. seeeee. Avete mai visto un disprassico giocare a calcio? E fuori squadra già ai primi allenamenti. Avete idea di che panico provino alcuni ragazzini DIS ad andare all’avventura per campi e boschi senza sapere chi sono, dove sono, dove vanno e per quanto tempo dovranno camminare? E dove li mettiamo gli inviti a casa degli amici? Quali inviti? quali amici? Cespuglio in 8 anni di scuola è stato invitato a casa di compagni (al di fuori delle feste di compleanno) solo due volte e sempre dopo che noi avevamo invitato per primi l’altro bambino. Possiamo invitare benissimo sempre noi, ma sapete cosa si prova quando si invita qualcuno e quello inventa delle scuse per cui non può venire?

Non sono timidi, sono pentole a pressione senza valvola che stanno per esplodere. Non sanno proprio come fare. E’ una realtà, i bambini ed i ragazzi DIS sono terribilmente soli e la solitudine gli rovina la vita perchè non è vero che sono timidi, con gli altri ci starebbero molto volentieri, il problema è che non sanno proprio come fare.

Mia figlia, 7 anni, sta passando un altro periodo nero in cui si sente troppo sola. In realtà non è sola fisicamente nè a scuola nè a casa. Si sente sola tra la gente perchè non riesce a trovare un vero feeling con le coetanee, non può condividere le sue passioni con loro perchè non la capiscono, non perchè ha un lieve disturbo di linguaggio ma perchè le altre bambine a sette anni vogliono giustamente giocare con le Barbie mentre lei vuole realizzare un atelier di moda e cucirsi i vestiti da sola.

Bene… vi voglio dimostrare che le cose possono cambiare e abbastanza velocemente.

Basta campus per imparare ad usare il computer, per conoscere le lingue, per scrivere come vogliono gli esperti… queste cose non miglioreranno la loro socializzazione e non porteranno più di tanto miglioramenti a scuola.

Vi voglio dimostrare che raggruppando un gruppo di ragazzini DIS, e sostenendoli con soluzioni pratiche e personalizzate per imparare a “muovere i sentimenti”, in squadra possono fare scintille, possono creare il loro futuro ed essere forti e di sostegno l’un l’altro. Vi voglio dimostrare che potendo contare su un gruppo di amici per la vita cambieranno anche le cose a scuola perchè il movimento dell’anima porta al movimento fisico e quello fisico alle conquiste scolastiche. Sono naufraghi su un’isola deserta, se gli diamo gli strumenti giusti insieme potranno costruire non una zattera ma una vera nave per solcare gli oceani e approdare dove vogliono, quando vogliono.

Stiamo organizzando i campus per famiglie DIS qui al Borgo solidale Valdiveltrica (Mondavio PU). E’ importante che partecipino le famiglie e non solo i ragazzi, la sensazione devastante della solitudine di un figlio cade su tutta la famiglia. L’amicizia non è una cosa che si compra con 2-4-7 giorni di vacanza in un posto meraviglioso dove trovare sia il tempo per le gite al mare, in montagna e per musei, sia per fare tante attività all’aperto mirate al trovare soluzioni sulle difficoltà, è un processo di crescita insieme che proseguirà a distanza, sia per genitori che per ragazzi tramite gruppi internet, chat, sessioni di studio insieme e incontri.

La settimana di Pasqua qui ci saranno un sacco di cose da fare e vedere, è il momento in cui apriremo la stagione della falconeria e lo spazio per i giochi dei bambini nel parco,  può essere il momento migliore per venirci a salutare, osservare il posto e aiutarmi a migliorare il programma dei campus estivi su cui sto già lavorando.

La fascia di età dei ragazzi e delle ragazze a cui vorrei dare la precedenza è quella dai 10 ai 14 anni. Sono quelli che hanno maggior urgenza. Possiamo comunque valutare anche una fascia di età per i primi anni delle scuole elementari.

Se siete interessati ad aderire al progetto scrivetemi: francesca@toctocdisturbo.com

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Amici per sempre. Campus DIS per la famiglia. by Francesca is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 4.0 International