Primo giorno di scuola elementare di vostro figlio.

Gli è stato chiesto di copiare un “disegno” dalla lavagna e riprodurlo sul quaderno. E mentre vostro figlio è andato in panico, per ottimi e numerosi motivi, non avete dato più di tanto peso alla cosa.

La maestra in realtà, dopo averla letta, ha chiesto di copiare una frase, non un disegno. Mentre alcuni bambini si sono immediatamente orientati ed hanno provato a fare l’esercizio il meglio possibile, i nostri figli si sono sentiti astronauti alla deriva nello spazio, spaventati per l’impresa impossibile per mancanza di ovvie coordinate, ancora più a disagio perchè la maestra gli spronava a provare ad arrivare a destinazione.

Quali coordinate? Che cosa avrebbe dovuto dire la maestra per far si che capissero? Perchè la maestra ha dato per scontate le informazioni necessarie ai nostri figli?

Gli altri erano a buon punto mentre i nostri figli stavano ancora facendosi molte domande:

– quei ghirigori sono disegni? come si fa a capire cosa significano? perchè la maestra gli da un suono preciso? perchè alcuni bambini sanno cosa stanno facendo?

– perchè devo fare lo stesso disegno sul quaderno? come faccio a farlo uguale, se sulla lavagna il disegno è bianco mentre sul quaderno devo farlo grigio? come faccio a ricordarmi le curve se devo togliere lo sguardo dalla lavagna? non so disegnare! 🙁

– perchè il quaderno è pieno di queste fastidiose linee grigette che vanno da tutte le parti e non mi fanno capire niente?

– perchè devo cominciare da lì a disegnare? quando disegno lo faccio come voglio io! Che male c’è se comincio da qua e vado in là? quando disegno il mio cane è un cane sia se sta in piedi sia se seduto o coricato o a testa in giù… A me non piace disegnare da lì a qui, a me piace da qui a lì, cosa c’è di sbagliato?

– perchè Lucia ha ricevuto i complimenti della maestra? il suo disegno non è identico a quello sulla lavagna, neanche il mio lo è ma con me la maestra non era contenta 🙁

– ha senso quello che sto facendo? perchè devo fare prima quel segno e quell’altro ci passa sopra? se i segni si toccano perchè non posso farli toccare come pare a me?

– perchè devo fare questi disegni? Mi fa male la mano!!!

Vogliamo continuare? queste sono solo alcune domande che si può porre un disgrafico quando gli si chiede di cominciare a scrivere. Provate ad immaginare quante altre domande si può porre un bambino che è anche dislessico e quello che vede non sta fermo, si distorce, si colora o si nasconde.

Un giovane disgrafico non sa cosa siano quei disegni alla lavagna, non sa che sono parole e che hanno un suono ed un significato, non sa che in italiano scriviamo da sinistra a destra e dall’alto verso il basso andando a capo a fine riga, non sa copiare e non sa ancora fare molti movimenti con la mano. Una maestra di prima elementare si aspetta che a scuola materna un bambino abbia fatto un minimo di pregrafismo, che a casa abbia guardato insieme ai genitori un pò di libri, che sia stato interessato alle scritte intorno a lui… ma lui ha avuto troppo da fare a socializzare con i coetanei, a governare il suo corpo, a dargli una forma ed una dimensione, a parlare correttamente, le scritte non le vedeva perchè non erano disegni e non li capiva, le ignorava.

Per poter leggere le lettere bisogna conoscerle così bene quanto gli oggetti che abbiamo vicino a noi tutti i giorni.

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Il primo giorno di scuola per un bambino disgrafico by Francesca is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 4.0 International