Una cosa difficile per un DSA è leggere le note, anche se non è dislessico.
Sul pentagramma la nota è un simbolo che in base alla sua posizione nello spazio ha un suono diverso, e in base al modo in cui è disegnata ha un durata diversa. Sono uguali tra loro o molto simili. Il pentagramma ha un’altezza ridotta, le note in una melodia sono veloci, chi deve ragionare sulla posizione di quei cerchietti pieni e vuoti prima di attribuirgli il suono corrispettivo fa una fatica terribile e procede con molta lentezza. Per alcune persone è quasi impossibile realizzare così velocemente su quale rigo del pentagramma è la nota perché tutte le righe sono nere e vicinissime.
Provate ad immaginare che una sola lettera dell’alfabeto, posizionata più o meno in alto nel rigo o fuori dal rigo, possa essere letta attribuendogli tutti i suoni esistenti, dovete riconoscerla senza pensare, è un incubo.
Anche eliminando il pentagramma e scrivendo le note in lettere si fa fatica.
Quando la lettura o il riconoscimento del simbolo, come succede a molti DSA, proprio non va si possono trovare soluzioni alternative nei primi anni di scuola, possibilmente momentanee e di transizione se si desidera continuare a studiare musica.
Qualunque soluzione efficace dovrebbe tenere presente le necessità del singolo bambino/studente, come un abito sartoriale va studiato per lui ed adattato. Tutti possono provare tutto ma non tutto è congeniale a tutti, quindi non date per scontato che un sistema sia valido, logico e funzionante per tutti.
Per creare un sistema per un DSA è utile considerare alcune regole generali
1) Spiegare dal concetto generale al singolo dettaglio
prima di far memorizzare le note (dettagli della musica) è utile far comprendere
- perché esiste la musica (sensazioni, gioia, divertimento, ballo, comunicazione)
- quanti suoni sono presenti in una melodia e come questi la rendano bella, triste, allegra ecc. ecc.
- come individuare questi suoni sugli strumenti ed in particolare su un pianoforte dove è più semplice rendersi conto che un tasto è uguale ad un singolo suono
- come questi suoni possono essere lunghi o corti
- in che modo i musicisti comunicano con altri musicisti il linguaggio musica sul pentagramma (spartito come un messaggio)
- come individuare le note
Ad un bambino piccolo non potete far vedere un mattone dando per scontata una casa, ha più senso mostrargli la casa intera, la sua struttura, fino ad arrivare nel dettaglio del mattone. Molti DSA prendono un concetto generale e poi tolgono i suoi strati uno alla volta fino a scoprire i suoi dettagli.
2) Utilizzare il minimo indispensabile per rendere uniche e riconoscibili le note nel minor tempo possibile (zero/pochi ragionamenti)
Se le note sembrano tutte uguali c’è bisogno di uno o più accorgimenti che le rendano riconoscibili tra di loro senza fare ragionamenti complicati tutte le volte. Per dare per scontata una nota quando la si guarda il cervello deve avere avuto il tempo di conoscerla precedentemente e riconoscerla. La velocità di percezione sta nell’individuare 1-2 caratteristiche esclusive di quella cosa che sto cercando.
Per riconoscere un LA da un SI un dettaglio è meglio di due, tre, tanti.
3) Variare solo un aspetto, cioè non combinare insieme più varianti
Potete modificare la forma della nota, il suo colore, la sua rappresentazione grafica, lo spazio in cui è rappresentata, il pentagramma o il fondale… se fate tutto insieme create solo una nuova confusione illeggibile.
Il sistema dei numeri
Il primo sistema che mi insegnarono per leggere le note, quando mia madre mi iscrisse a canto corale a cinque anni e non sapevo ancora leggere, era numerico. Le note erano 7, l’estensione della voce non così ampia da giustificare più di 16-20 note da riconoscere in 7 numeri più 4 segni grafici, uno dei quali mutava significato in base alla sua posizione.
Ci volle un pò ma imparai a riconoscere nei numeri i suoni. Imparai così bene che ignoravo completamente il pentagramma e quando ad 11 anni mi misero in una classe della scuola corale che partecipava ai concerti, andai in crisi. A casa prendevo lo spartito e lo traducevo, segnavo sotto i numeri, poi mi affidavo moltissimo alle compagne di corso e le seguivo, cercavo in tutti i modi di imparare a memoria. L’ho fatta franca per alcuni anni arrampicandomi sugli specchi, ma quando a 14 anni ho realizzato che tutti si aspettavano da me che leggessi velocemente dallo spartito, che potessi addirittura scrivere o cantare in un’altra chiave, mi sono sentita con le spalle al muro. Lasciai il canto e mia madre me lo rinfacciò per anni, non fui in grado di spiegarle che quei piccoli simboli tutti uguali in quel poco spazio per me non significavano niente di niente e che non volevo l’umiliazione che qualcuno si accorgesse che in tanti anni non avevo imparato a leggere. Continuai a scrivere per un pò usando i programmi ed i sintetizzatori dell’epoca (anni 80!!!) ma non imparai mai a leggere dallo spartito alla stessa velocità degli altri.
Il sistema è piuttosto semplice:
- Si legge da sinistra a destra
- DO=1 RE=2 MI=3 FA=4 SOL=5 LA=6 SI=7
- un punto sopra il numero indica un’ottava superiore, un punto sotto il numero indica un ottava inferiore (sistema funzionante su 3 ottave)
- uno o più punti (fino a 3) a destra del numero indicano la durata della nota, cioè un punto rende la nota doppia, due punti tripla e tre punti quadrupla
- un trattino sopra il numero indica che la nota vale la metà
- diesis e bemolle sono rappresentati dal loro simbolo originale
Il sistema dei numeri può andar bene per alcune persone ma non va per i discalculici ed i dislessici che non riconoscono la simbologia numerica.
Il sistema dei colori
Attribuire ad ogni nota un colore è un sistema simile ma più veloce di attribuire ad ogni nota un numero.
Sistemi colorati sono utilizzati spesso per insegnare le note ai bambini più piccoli, ogni proposta ha la sua palette di colori, ad esempio seguendo quelli riportati sui metallofoni colorati per bambini…peccato che ogni marca colora le lamine a suo piacimento 🙂
Senza pentagramma la sequenza delle macchie di colore e la loro dimensione può essere comunque letta su un foglio qualunque.
Anche questo sistema è piuttosto semplice:
- Si legge da sinistra a destra
- Si possono scegliere colori personalizzati ma se ogni ragazzino sceglierà colori differenti non sarà in grado di leggere le composizioni dei compagni di scuola e voi farete una fatica notevole ad imparare tutti gli abbinamenti
- Per gli esempi ho scelto un arcobaleno, è carino, piacevole, i suoi colori si trovano in tutte le confezioni di matite e pennarelli e anche tra gli evidenziatori. DO= rosso RE= arancione MI= giallo FA= verde SOL= azzurro/blu LA= viola SI= rosa/fuxia
- un’ottava superiore può essere disegnata più in alto e un’ottava inferiore più in basso (sistema funzionante su 3 ottave)
- una forma più lunga indica una nota più lunga, una forma più stretta indica le crome
- diesis e bemolle sono rappresentati dal loro simbolo originale sovrapposto al colore
Il sistema dei colori può essere applicato su una tastiera e su un flauto attaccando carta colorata sui tasti o intorno ai fori.
Il sistema dei colori non insegna a riconoscere le note grazie alla loro posizione nel pentagramma, questo sistema non rende indipendenti nella lettura, se chi scrive le note colorate sul pentagramma sbaglia la posizione o il colore si va in confusione. Non funziona per chi è daltonico.
Il sistema delle lettere
Al posto di numeri e colori si possono usare le lettere dell’alfabeto, un simbolo al posto di un altro, ma se scegliete questa strada tanto vale usare il sistema britannico utilizzato già in quasi tutto il mondo.
- Si legge da sinistra a destra
- questa è la corrispondenza LA=A SI=B DO=C RE=D MI=E FA=F SOL=G
leggi anche
Leggere le note colorate su un pentagramma b/n
Leggere le note nere sul pentagramma colorato
Sono Simone, ho 18 anni e sono dislessico.
suono la batteria da 10 anni circa,vorrei sapere se c’è una scuola di musica (magari a Roma) che abbia corsi apposta per DSA.
non so se in qualche modo puoi aiutarmi, grazie in anticipo.
Buongiorno,
mia figlia di 9 anni, da 2 anni prende lezioni di pianoforte con buon rendimento. Ha però preso l’abitudine di imparare i branetti di studio a memoria e, di conseguenza, non leggerli… così ogni volta che deve studiare un nuovo brano fa una fatica smisurata a leggerlo per la prima volta ed impararlo, poi lo suona a memoria.
Io credo sia una forma di “pigrizia” nella lettura musicale…
Nonostante la stimoliamo parecchio al solfeggio ed a leggere ogni volta lo spartito, lei poi quando deve studiare i vari branetti, li impara a memoria e li suona senza sapere quali note stia suonando…
Cosa mi consigliate?
Buongiorno Anna
ha provato a chiedere a sua figlia perché preferisce impararli a memoria? Può accettare qualsiasi risposta senza opporre se e ma?
Io credo che sua figlia abbia trovato un suo sistema per poter suonare senza soffrire nella lettura dello spartito, prendendosi il meglio che la musica ed il pianoforte può dargli, se fosse “pigrizia” si rifiuterebbe sia di leggere che di suonare, invece si sforza con tutta se stessa, e forse anche con il vostro aiuto, per decifrare le note la prima volta e poi saggiamente evita di fare uno sforzo eccessivo le volte dopo, altrimenti soffrendo rinuncerebbe a suonare. Escogitiamo molti trucchi per risparmiare le forze anche per poterle dedicare ad altre cose nella giornata che richiedono impegno.
C’è qualcosa di male ad eseguire i brani a memoria? a me viene da pensare a due limiti: 1) Non può eseguire immediatamente un testo nuovo, di conseguenza non può improvvisare, sostenere esami, far parte di una orchestra. 2) Man mano che lo spartito diventerà più complicato potrebbe memorizzare male note, durate ecc. ecc. diventando un peso imparare a memoria, non potrà fingere di stare leggendo, potrebbe sentirsi in dovere di rinunciare alla musica, e sarebbe un vero peccato se lei ama suonare.
Se sua figlia dovesse assolutamente imparare a leggere lo spartito tradizionale cosa potreste accettare voi famiglia e l’insegnante per permetterle di imparare nel tempo? Sarebbe tollerabile per voi che leggesse uno spartito semplice molto nitido ed ingrandito? Uno spartito con simboli differenti rispetto alle note? Note colorate? Uno spartito con annotazioni? Adottare tempi dilatati?
Lo so, non le ho dato una risposta, ma per trovarla è necessario fare un bel passo indietro e chiedere prima a sua figlia quanto le piace suonare e perché preferisce imparare a memoria.
Mi faccia sapere cosa le risponde.
Francesca