Giovedì 22 marzo 2012
La parola tabelline fa venire l’orticaria a tutti i DIS. Se c’è una cosa che non piace ai più piccoli è lo studio mnemonico delle tabelline.
Ai DIS non è assolutamente chiaro, nei primi anni di scuola, a che servano visto che l’addizione funziona tanto bene. Quando finalmente accettano che servono per velocizzare i conti subentra il problema di doverle ricordare a memoria, e siccome non interessano non vengono memorizzate.
Per riuscire a studiarle quindi bisogna rendere i risultati interessanti, le immagini dei ricordi chiare, e soprattutto confermare che siano corrette.
I DIS sono scettici, mettono in discussione qualsiasi cosa. 7×3 fa 21… siamo sicuri?
A scuola per cercare di memorizzare le tabelline si procede disegnando i salti su una riga numerata, oppure disegnando un’infinità di crocette o pallini, che possono trasformarsi in caramelle, macchinine e qualsiasi altra cosa utile per capire (situazione che manda totalmente in crisi i disortografici). Son tutti sistemi bidimensionali che annoiano e distraggono i DIS. Si passano mesi sulle crocette quando basterebbero pochi giorni di gioco per rendere veramente chiaro e per sempre il meccanismo a tutta la classe.
Prendete dei contenitori come ciotoline o vaschette del gelato e tante biglie monocolore (ne esistono di molto economiche nei negozi di casalinghi e cianfrusaglie, vengono usate per decorare i vasi di fiori) e fate le moltiplicazioni con quelle. E’ vero che 5×4 fa 20? Proviamo. Prendo 4 ciotoline e in ognuna metto 5 biglie, rovescio il contenuto delle 4 ciotoline, una ad una, in una più grande e man mano conto.
Disporre le biglie in file da 10, con raggruppamenti da 5 come le dita della mano, permette una più facile lettura visiva. Se vi interessa questo metodo visivo di conta potete leggere i bei libri di Camillo Bortolato.
Prendete la tavola pitagorica e chiedete ai bambini di verificare qualche affermazione presa a caso. A questo punto i bambini accettano che sono vere e si accorgono che la tavola pitagorica è utile perchè velocizza le operazioni senza dover usare ciotole e biglie.
A chi si lamenta che le biglie sono di vetro e rotolano invito a sedersi per terra intorno ad un tappetino, vedrete che non rotolano più. Se poi potranno portare una biglia come premio a casa scommetto che i bambini staranno tutti buonissimi. Se però questo oggetto, che è tra i più graditi dai bambini, vi preoccupa potete scegliere qualsiasi altra cosa, sappiate però che ogni oggetto ha quasi sempre qualche aspetto negativo. Ad esempio le caramelle sono ben gradite ma la forma può non rendere chiara l’immagine del numero all’interno della ciotola, le caramelle costano di più e si rovinano nel tempo, mentre un’assortimento di biglie può durare per moltissimi anni e essere a disposizione di tutte le maestre della scuola.
Invece di imparare a memoria ogni moltiplicazione, e cercando di evitare di ricordare solo una sequenza di numeri in fila, proviamo a memorizzare i ragionamenti, quelli potranno diventare automatici e veloci con il tempo.
I numeri per i DIS non sono su una retta, siccome interagiscono tra loro tendiamo ad immaginarli su un piano cartesiano, come luoghi geometrici nello spazio. Lo schema della tavola pitagorica può diventare un campo da gioco molto interessante che ci permette di memorizzare visivamente i prodotti.
Ognuno trova il suo sistema, non c’è un sistema giusto ed uno sbagliato, semplicemente un sistema personale utile, comodo e veloce. Questo è il mio, e si basa su un ordine di comodità e sicurezza. Può essere utile ad altri DIS nel caso non si riuscisse ancora a memorizzare una volta che sono state affrontate tutte e 10 a scuola.
Immagino la griglia della tavola pitagorica, vuota, sospesa in aria. Sta a me riempirla per poterci camminare sopra e non cadere, quindi farò prima della azioni che rendano più sicuri i miei movimenti. Posiziono delle assi per non cadere giù, rappresentano i miei punti di riferimento. Vado per ordine di semplicità nel memorizzare.
per prima cosa posiziono le due assi della tabellina dell’1
poi del 10. In questo modo ho già creato una cornice tutta intorno che da sicurezza. Di solito i bambini non hanno problemi con la tabellina dell’1 e del 10.
Aggiungo le assi della tabellina del 2. La tabellina del 2 la posso memorizzare con il tempo in diverse maniere. Se la si osserva diventa subito evidente che è formata da soli numeri pari. Se conto sulle dita posso contare anche gli spazi vuoti tra un dito è l’altro.
Posso immaginare con le mani il numero raddoppiato.
Ora faccio un salto e metto le assi al centro della tabella
Le assi per la tabellina del 5. Osservandola ci si accorge subito che i prodotti hanno per unità sempre 5 per i numeri dispari e 0 per i pari. Posso di nuovo usare le mani per memorizzarla visivamente
Il 9? Da non crederci ma la tabellina del 9 è tra le più facili 🙂
Ci sono tanti trucchi per memorizzare la sequenza del 9.
e vale sempre la pena prendersi un pò di tempo per osservare le sequenze numeriche. Nel primo caso è divertente vedere che le decine aumentano sempre di 1 mentre le unità scendono sempre di 1
nel secondo caso è divertente osservare che il 9 x 6 è lo specchio del 9×5, e così via risalendo 9 x 7 è lo specchio di 9 x 4 ecc. ecc.
nel terzo si può osservare che la decina del prodotto è sempre un numero in meno rispetto al primo fattore, cioè se io penso a 6 x 9 so già che comincerà per 5
nel quarto caso, che può completare il terzo, vado ad osservare che se sommo tra loro le cifre dei prodotti ottengo sempre 9. Torniamo all’esempio precedente, 6 x 9 comincia con 5 per le decine e deve per forza avere 4 per le unità, perchè 5 + 4 = 9
e nell’ultimo caso posso osservare che al prodotto arrivo facilmente anche con una sottrazione, prima moltiplico il primo fattore per 10 e poi sottraggo la cifra del primo fattore, cioè per fare 6 x 9 faccio 6 x 10 = 60 , 60 – 6 = 54
Ce ne sono altri di trucchi? probabilmente sì ma direi che già dovrebbero bastare per far divertire i ragazzi ed aiutarli a memorizzare la sequenza, almeno tutta insieme.
Adesso nella mia griglia sono rimaste bucate 4 zone. Comincio dal quadratino più semplice
affronto per primo 3 x 3 che posso contare facilmente sulle mani, questo verrà memorizzato abbastanza velocemente con la pratica
3 x 4 = 3 x 5 – 3 l’asse del 5 viene in mio soccorso e favorisce una sottrazione.
4 x 4 = 4 x 5 – 4
completato il quadratino possiamo ragionare su due spazi rettangolari
6 x 3 e 6 x 4 si possono dedurre
se è già stata memorizzata la tabellina del 5 è abbastanza semplice.
6 x 3 = 5 x 3 + 3, mentre 6 x 4 = 5 x 4 + 4
3 x 8 = a 3 x 9 – 3
4 x 8 = a 4 x 9 – 4
Per 7 x 3 e 7 x 4 è utile ricordare la conta di Paperotto per la sua musicalità, la seconda versione è la più semplice “7, 14, 21, 28 questa e la conta di Paperotto…”
L’ultimo spazio vuoto, il quadrato maledetto, è il più difficile da riempire.
queste 9 caselle sono di solito le più difficili da memorizzare, è impossibile usare le mani.
6 x 6 si ricorda perchè fa rima “sei per sei trentasei”, oppure utilizzando di nuovo l’asse del 5. 6 x 6 = 6 x 5 + 6
7 x 8 = 56. Osservare! 56 = 7 x 8. Se lasciamo solo i numeri abbiamo 5678
per memorizzare 8 x 8 basta pensare ad una scala di numeri pari che scende
6 x 8 ancora una volta viene in soccorso l’asse del 5. 6 x 8 = 5 x 8 + 8
6 x 7 = 42 un’altra scaletta
ed infine 7 x 7
come si fa a ricordare 7 x 7 = 49? a me non viene in mente, l’ho dovuto imparare a memoria senza ragionamenti. Ho chiesto a Jonathan “Come si memorizza 7 x7?” “non si memorizza” “e quanto fa?” “49” “e se non l’hai memorizzato come fai a saperlo?” “semplice è 7×5 + 14”.
Ora non è più un griglia che mi fa cadere ma un tappeto magico volante.
Ogni tanto prendete la griglia vuota e ricostruite la tavola pitagorica, giocando rimangono sempre più impressi i numeri.
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