Venerdì 24 febbraio 2012

Martedi 21 febbraio la Rai ha trasmesso una fiction che sulla maggior parte dei siti e forum per i DSA è stata presentata com film sulla dislessia.

A fari spenti nella notte - fiction Rai

A fari spenti nella notte - fiction Rai

Ahi, ahi, ahi… che brutta cosa le false aspettative! Se fossi andata a leggermi la trama sarei partita già prevenuta, non è un film sulla dislessia, ma parla anche di dislessia. Il problema è che non è neanche un film… e chi si aspettava la risposta italiana a Stelle sulla terra c’è rimasto di sasso.

A fari spenti nella notte è una fiction, e come tale ha una trama, una regia, una ripresa da fiction, se fosse stato un film lo avrei classificato quasi di serie B perchè la storia si basa sulle classiche cose da fiction, attori belloni e pucciosi, belle case, lavori fuori dal comune, tanti soldi, l’intrigo, la malattia, l’amore passionale con tanto di scene di nudo (ma c’era veramente bisogno?), lei che farebbe qualsiasi cosa per lui, la collaborazione tra i buoni per salvare il protagonista. A mio parere è un polpettone troppo pieno di cose, in cui si vede che hanno speso un sacco di soldi. La trama è eccessivamente scontata, con scene e colpi di scena “rubate” ad altri telefilm. Comunque alle fiction si perdonano molte cose, sarà anche per gli attori… a Guido Caprino (Stefano) gli riesce benissimo la faccia del traumatizzato e Anita Caprioli (Chiara) è proprio carina… una bella coppia. Sulla recitazione passo.

Insomma dopo che ci si è visti quasi tutto il film aspettandosi qualcosa sulla dislessia, alla fine, quando se ne parla, ti girano anche un pò le scatole… tutto qua? questo? così? ma che stiamo scherzando?

A parte che fosse o non fosse un film sulla dislessia e che in tanti ci siamo cascati in pieno senza informarci prima, due sono i punti che hanno diviso il mondo DIS tra quelli che salvano il film a spada tratta e quelli che sono molto preoccupati del messaggio che è stato dato sulla dislessia.

  1. Alla fine del film Stefano indossa un paio di occhiali con una lente rossa che gli permetterebbe di leggere
  2. In conclusione Chiara parla di guarigione dalla dislessia

Cominciamo dal punto 1, ho passato tutto l’altroieri a chiedermi se fosse vera o falsa la storia della lente rossa, e siccome quella parte finale della fiction l’ho vista male perchè ero stufa da un pezzo ed assonnata, ho perso alcune scene importanti. Mi sono interrogata se la lente rossa permetteva all’occhio destro di vederci meglio (mi ricordavo il destro ma non è così, era il sinistro), su come fosse possibile che vedesse la scritta, sul perchè non creasse mal di testa, e se fosse realmente possibile che Stefano guidasse una moto potendosi permettere di rimanere in equilibrio. L’idea che Stefano ci vedesse meglio mi ha confusa e mi sono persa in tutt’altra direzione, sono finita a cercare tra i concetti della stereoscopia, affascinata dallo stereoscopio di Holmes che ha un valido motivo per avere la lente di destra rossa.

Stereoscopio di Holmes dal sito di Wikipedia

Stereoscopio di Holmes dal sito di Wikipedia

Per accertarmi di averci preso ieri ho rivisto alcune scene della fiction e mi sono accorta di aver fatto un errore madornale perchè ho potuto vedere quei brevi istanti che mi ero persa.

Infatti se si vuol sfatare un mito o confermarlo innanzitutto è necessario sapere esattamente cosa è stato detto e mostrato e rivedere le scene mi ha mostrato che nel caso di Stefano (ripeto nel caso specifico di Stefano) non è stato detto o mostrato nei suoi ricordi nulla di scorretto.

Perdonate la qualità delle immagini, ho fotografato il tv, perchè in rete non ci sono purtroppo le immagini che mi servono per dimostrarlo. Chi ha registrato il film può rivedere le scene. Siamo verso la fine del film quando Stefano torna nella casa estiva e comincia a ricordare le “torture” che suo padre metteva in atto per farlo leggere… La tortura non sta nell’usare la penna o nel leggere con gli occhiali o seguire i bagliori luminosi, sta nel modo in cui il padre pretendeva di farlo imparare, la richiesta ossessiva di trovare al più presto una soluzione, costringere il figlio a fare cose quando lui era disponibile e non quando lo era il figlio, fargliele fare senza lavorare insieme, senza spiegare il perchè dei tentativi.

Dalla fiction della Rai A fari spenti nella notte Stefano ricorda gli occhiali che il padre ha creato per lui

Dalla fiction della Rai A fari spenti nella notte Stefano ricorda gli occhiali che il padre ha creato per lui

Attenzione… è l’occhio sinistro quello che ha la lente rossa, c’è una bella differenza 🙂 Stefano ricorda il padre che dice ” Accadrà una magia!” esatto, non è una guarigione, è una vera e propria magia, cioè un trucco, un sistema per poter leggere nonostante la difficoltà di visione di Stefano. Peccato che gli parla come ad un bambino piccolo per convincerlo… questo è uno degli errori più grossi che si possano fare.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte Stefano ricorda perchè il padre gli aveva dato quegli occhiali.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte Stefano ricorda perchè il padre gli aveva dato quegli occhiali.

Stefano dice a Chiara “Mio padre aveva trovato un modo per farmi leggere. Diceva che con questi era più facile”. Stefano ammette con Chiara che era vero, era veramente più facile, ma non aveva voluto andare avanti con l’ipotesi del padre perchè era terrorizzato di essere continuamente messo sotto torchio. Infatti! nel caso specifico di Stefano l’occhiale gli permetteva veramente di vedere meglio e rendere le cose più accettabili… però non è solo l’occhiale che fa la magia…

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte Chiara conferma a Stefano i buoni propositi del padre.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte Chiara conferma a Stefano i buoni propositi del padre.

Chiara conferma a Stefano che l’utilizzo di quegli occhiali e della penna rossa (svista dello sceneggiatore? non ho trovato il punto in cui Stefano dice a Chiara che doveva scrivere in rosso) lo aiutava “La dislessia è un difetto di coordinamento. Con una penna rossa e una lente rossa ti faceva lavorare un solo occhio. Ti aiutava…”  Non mi piace parlare di difetti… Attenzione la dislessia può essere anche una situazione di coordinamento tra i due occhi, nel caso di Stefano lo era e si capisce tra due foto.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte la busta che contiene la lettera di addio.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte la busta che contiene la lettera di addio.

Secondo me è discutibile che una persone che ha un attacco di cuore riesca a scrivere una lettera e addirittura ad imbustarla… vabbè… osservate. Scritta rossa su una busta che purtroppo la foto non fa vedere bene, il colore della carta è molto importante. Considerando che è la lettera la parte più importante pazienza se la busta non è del colore giusto.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte la vista sdoppiata e traslata di Stefano senza occhiali

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte la vista sdoppiata e traslata di Stefano senza occhiali

Eccola qui la prova. Mi spiace, la foto fa schifo ma non sono riuscita a fare di meglio. Stefano senza occhiali speciali vede così. Il suo modo di vedere è sdoppiato e traslato, quindi nel suo caso è veramente una situazione dovuta alla coordinazione degli occhi e alla loro visione.

Ma allora perchè mettere la lente colorata sull’occhio sinistro? perchè scrivere in rosso? ovvio no? Non lo sapete? per caso qualcuno di voi ancora non lo sa?… bè… se non lo sapete voi che vi interessate di DSA e DIS figuriamoci cosa ci hanno capito i genitori alle prime armi con la conoscenza dei DSA e gli insegnanti. Sono tanti quelli che non lo sanno. Ora ve lo spiego in maniera semplice semplice perchè questa è la soluzione per Stefano e adottarla con tutti i dislessici sarebbe un gran pasticcio. Nella fiction non hanno detto, in questo pezzo, nulla di sbagliato, non c’è alcuna parola che faccia credere che tutti i dislessici debbano usare gli occhiali, semplicemente si conferma che per Stefano era la maniera di poter leggere con meno difficoltà.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte la visione di Stefano con occhiali con lente rossa

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte la visione di Stefano con occhiali con lente rossa

Tadaaa! Inforcati gli occhiali Stefano legge (lasciamo stare quanto bene e velocemente… però può farlo). Qui c’è una possibile soluzione che va a risolvere più cose insieme. La carta è avorio tendente al giallo, la scritta è rossa (ok doveva essere carta gialla e scritta magenta ma ci accontentiamo di quello che passa la cartoleria) e l’occhio sinistro ha un filtro rosso, stesso colore della scritta. L’occhio con la lente non vede meglio… non vede! Quindi quando Chiara qualche minuto prima nella fiction dice “ti faceva lavorare un solo occhio” non stava parlando del sinistro con la lente ma del destro, quello senza lente. Spiegazione: carta bianca crea effetti ottici di riflesso e confusione dei colori, scritta nera crea abbagli e macchie, scritta magenta su carta gialla è una delle soluzioni per non creare contrasto tra fondo e scritta… fin qui abbiamo eliminato parte degli effetti ottici. La lente rossa sull’occhio sinistro e la scritta rossa fa sì che l’occhio sinistro non veda la scritta, scompare, quindi Stefano è costretto ad usare un solo occhio, il destro e così non vede sdoppiato e traslato.

Attenzione perchè Stefano non vede sempre doppio e traslato, gli succede solo con scritte su carta, libro, altrimenti se vedesse sempre così tutto il mondo, tutti i colori, non riusciva a stare in piedi in equilibrio e col cavolo che gli davano la patente per guidare la moto. Stefano non ha difficoltà nel riconoscere il grafema e non ha macchie colorate come effetto ottico, non vede le scritte scappare nè cambiare di posto o di dimensione.

Lo ripeterò all’infinito non poter leggere è la conclusione, ci possono essere mille motivi per cui non posso leggere. Se vedo le lettere spostarsi e ribaltarsi che ci faccio con gli occhiali con la lente rossa? Devo usare altri sistemi personalizzati per bloccare, ingannare o ignorare l’effetto ottico. Un esempio più semplice? Facciamo conto che non posso camminare. Non posso camminare perchè ho preso una storta alla caviglia e il dolore non mi fa camminare. Non posso camminare perchè mi sono rotta un piede, non posso camminare perchè non ho il piede o è malformato, non posso camminare perchè la strada e dissestata e di un colore che non mi fa vedere i buchi, non posso camminare perchè ho messo scarpe con i tacchi vertiginosi ( a me bastano 2 cm per cascare 😀 ), non posso camminare perchè ho una brutta influenza e le gambe le sento molli, non posso camminare perchè sono a digiuno da giorni e ormai non mi tengo più in piedi, non posso camminare perchè ho camminato talmente tanto che sono troppo stanca per fare anche un solo passo in più, non posso camminare perchè sto dormendo-sono in bagno-sto lavorando, non posso camminare perchè dopo un trauma cranico non so come fare e devo reimpararlo, forse usando altre zone del cervello… il risultato è sempre lo stesso ma il motivo è sempre diverso. Ecco con la dislessia è la stessa cosa, i sistemi devono per forza di cose essere personalizzati perchè non posso pensare di aiutare qualcuno a camminare usando un sistema per trauma cranico se la difficoltà sta nelle scarpe.

Nel film questo non è detto ma nella storia di Stefano non c’era bisogno di dirlo. Se fosse stato un film sulla dislessia sarebbe stato utile dirlo ma la fiction non è sulla dislessia.

Perchè l’occhio sinistro? non ho la certezza ma vorrei confessarvi qualcosa che finora ho detto solo ad alcuni bambini… ci vorrebbe proprio qualcuno che lo possa studiare ed eventualmente confermare a livello medico.

Abbiamo due lati ma nei DIS questi vengono usati separatamente. Non riguarda solo gli occhi, riguarda tutto, compreso le decisioni. Sono lati differenti. Il lato sinistro è il lato forte, coraggioso, impulsivo ma anche… come dire… tontolone. Il lato destro è quello molto intelligente ma anche terribilmente fifone e vigliacco. Allora succede che quando voglio fare qualcosa la parte destra dice alla sinistra “c’è da fare questo” e la parte sinistra dice “ok facciamolo, partiamo in questa nuova avventura… come si fa?” ed il lato sinistro glie lo spiega, ma gli dice anche “ho paura, non mi va, non ce la faccio, ci vorrebbe un bell’incoraggiamento, ho voglia di coccole…” ecc. ecc. e allora a volte va bene e il sinistro spinge il destro a completare l’azione, altre volte prova il destro e capita che faccia casino o si stanchi e altre volte prova solo il sinistro e c’è un certo impaccio.

Succede a tutti i DIS? non lo so e non lo posso dimostrare, ma mi capita di chiedere ai ragazzini “Qual’è il tuo lato forte?”, che sarebbe quello tontolone ma che ha un gran cuore e forza, e loro ci pensano un pò su e lo trovano.

Nel caso di Stefano l’occhio destro può leggere ma non vuole, l’occhio sinistro leggerebbe ma fa casino, così con gli occhiali speciali l’occhio sinistro viene bloccato e si cerca di far lavorare l’occhio destro… che però è emotivo e se non trova un accordo con chi gli sta intorno decide di fare sciopero. Non è un capriccio, è uno sciopero voluto.

Passiamo al punto 2, alla fine del film. Ahi, ahi, ahi…. chi ha sentito bene? e cosa ha sentito? Guardate che questo conflitto nel mondo DIS che si è creato per questa scena finale è molto interessante, più di quello che è stato detto e del messaggio che possono aver recepito le persone che non sanno nulla di DSA. Perchè nel nostro mondo abbiamo sempre bisogno di conferme? e di battaglie? Perchè chi è dislessico in una maniera nega a priori la possibilità che ci possano essere altre cause per la dislessia?

Un passo indietro a metà film.

Dalla fiction RAI A fari spenti nella notte Chiara si scontra con il suo responsabile

Dalla fiction RAI A fari spenti nella notte Chiara si scontra con il suo responsabile

Dopo che Chiara ha cercato di far mettere in piedi Stefano si rende conto che potrebbe esserci qualche problema di tipo motorio e vorrebbe accertarsene con una risonanza (ma quando uno ha un trauma cranico e va in coma non dovrebbero fargliela subito la risonanza per accertarsi dei possibili danni?). Il suo responsabile però glie lo impedisce perchè l’ematoma di Stefano si è riassorbito e Stefano ora può essere portato a casa, come la famiglia ha imposto.

Stefano non cammina per problemi psicologici? forse… in fondo ha perso la memoria, ha avuto un trauma cranico, gli hanno detto che è sposato e lui non si ricorda di questa moglie… gli piace il suo medico 😀

Nei suoi ricordi c’è la scena della prima parte del film in cui fa credere al padre di essersi sposato.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte Stefano ricorda l'ultima provocazione.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte Stefano ricorda l'ultima provocazione.

Stefano dice “Non volevo dargliela vinta, dovevo vincere io, non lui”, e da questa idea che si era messo in testa da bambino si erano susseguiti una serie infinita di provocazioni tra padre e figlio che termina con l’ultimo scherzo crudele, fatto apposta per far venire un colpo al padre e… cavolo glie lo fa venire sul serio! Altro che dislessia che non fa camminare, fossi stato in lui non avrei camminato per il terribile senso di colpa! Diamine non voleva veramente fargli prendere un colpo ma quello è il risultato. Se mio figlio mi guardasse così anche a me verrebbe un colpo 😀

Suggerisco ai genitori di leggere, oltre ai libri di Gordon e di Rosemberg,  il libro di Juan Carlos Torrego Seijo “Vinco Vinci. Manuale per la mediazione dei conflitti nei gruppi educativi” Edizioni la Meridiana. Non è una guerra tra genitori e figli, se non vincono tutti non si fa nessun passo avanti!

La conclusione del film, pochi istanti che hanno creato i dissapori nel mondo DSA.

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte scena finale

Dalla fiction Rai A fari spenti nella notte scena finale

Cosa succede esattamente nelle ultime immagini del film? Cosa dice Chiara?

Chiara è invitata dal suo capo a parlare del caso clinico di Stefano.

Innanzitutto c’è da chiedersi il perchè di quella riunione tra specialisti in ospedale 😀 Chiara in che veste sta parlando del caso di Stefano? E’ una riunione per neurologi (Chiara è neurologa)? E’ una riunione per psicologi?

A cosa si riferisce Chiara? Al fatto che Stefano non camminava? sarebbe la cosa più probabile ma nella fiction non lo dice. Alla dislessia di Stefano? parrebbe di sì dalle parole ma Stefano è entrato in quell’ospedale per trauma cranico, non per la dislessia. Si tratta di un corso di aggiornamento per operatori sulle capacità di comunicazione con i pazienti? MAGARI!  vabbè non si capisce perchè stanno lì a parlare di Stefano, il problema è che siamo portati a immaginare che Chiara dica (ma non lo dice) che il fatto che Stefano non cammini sia un trauma dovuto alla dislessia, guarita la dislessia  lui si è potuto finalmente curare.

Cosa dice effettivamente Chiara? “Nel caso in questione soltanto quando il paziente ha deciso di guarire la sua antica dislessia i traumi ad essa connessi hanno potuto essere curati. Si può dire che non c’è guarigione se prima non c’è un’apertura emotiva, psicologica. La terapia è un rapporto. Non è un prodotto ostinato di un terapeuta, perchè non c’è guarigione se il malato non vuole guarire”.

Vogliamo fare chiarezza? Perchè il mondo DSA si è diviso?

Molti genitori si sono soffermati sulla parola “guarire” e ne sono rimasti turbati e scandalizzati. Stefano non è malato! Se Stefano fosse stato malato avrebbe dovuto prendere medicine o fare un intervento in modo che i suoi occhi, senza occhiali, potessero leggere qualunque tipo di colore su qualunque tipo di carta. Questo non è avvenuto. Nessuna medicina e nessuna operazione, neanche psicoterapia, che comunque gli si augura visto che ha fatto fuori suo padre e non c’è da esserne fieri. Lui sa che se usa uno stratagemma (magia) può leggere. Ora sa anche che non c’è nessuno che lo costringe a farlo controvoglia, è libero di farlo come vuole. Quindi Stefano non ha guarito la sua antica dislessia, semplicemente ha riflettuto sui fatti, non è più arrabbiato con il padre e gli sta bene leggere o non leggere, con o senza occhiali, certo senza deve fare i conti con la visione doppia.

Invece altri genitori, terapeuti di ogni tipo, psicologi si sono soffermati sulla parola “rapporto” e sulla frase “non c’è guarigione se il malato non vuole guarire”. Sono vere entrambe le cose. Senza apertura e rapporto non si va da nessuna parte e senza il desiderio del “malato” non si guarisce.

Peccato che abbiano usato la parola “guarire” perchè è fraintesa dalla maggior parte delle persone. Guarire significa anche “liberare da qualcosa di negativo”… Stefano non si è liberato dalla dislessia, si è liberato del suo carnefice 😀 quindi è “guarito”. Peccato che quasi tutti abbiano pensato che è guarito da una malattia.


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Vero o falso? La lente rossa per i dislessici. by Francesca is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 4.0 International